Dove fare escursioni e trekking in Puglia


Cerchi luoghi dove fare escursioni in Puglia? Probabilmente sei nel posto giusto, ecco un elenco correlato di una breve descrizione di quelli che sono i nostri itinerari preferiti in Puglia. Non esitare a contattarci anche per richiederci solo informazioni o curiosità…buon cammino

La Puglia, una regione dove camminare e fare escursioni

Fare trekking in una regione come la Puglia, ricca di luoghi dove la natura, da nord a sud, tra Gargano, Daunia, Puglia Imperiale, Bari e la costa, valle d’Itria e Magna Grecia, Murgia e Gravine, e Salento mette in mostra tutto il suo splendore; luoghi che restano nella mente e nel cuore di chi li visita e invogliano a ritornarci.

I luoghi più conosciuti sono ovviamente quelli della costa, lunga più di 700 chilometri con parecchi tratti insigniti della “bandiera blu” e “vele legambiente”. Meno conosciuti sono i paesaggi dell’entroterra che sono comunque ricchi di caratteristiche selvagge e aspre come possono essere quelli delle Murge, del Tavoliere (detto il granaio d’Italia), del Gargano (ricco di mistero e di storia).

Il nostro desiderio è quello di farvi scoprire quei mille volti della Puglia; per questo abbiamo studiato itinerari di trekking (escursioni) per condurvi in luoghi a volte molto poco conosciuti, ma con lo stesso fascino di quelli più famosi e frequentati dal turismo di massa.

Scoprite le nostre escursioni ed itinerari di trekking in Salento, Gargano

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Il Salento attraverso quei luoghi che restano nella mente e nel cuore

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Il Salento, il tacco d’Italia, è noto a tutti soprattutto per la bellezza delle sue spiagge caraibiche, affollate da vacanzieri di tutto il mondo, ma anche per il Primitivo o il Negramaro che inebria gli intenditori di vino tanto quanto chi lo degusta nelle serate a ritmo di pizzica salentina.

Il Salento però non è solo questo, ma è una terra ricca di fascino dove ci si può immergere nella natura dei luoghi sconosciuti al turismo di massa, in luoghi che restano nella mente e nel cuore.

Un’escursione a piedi è molto più che una semplice esperienza di trekking nel Salento: con l’escursioni guidate vi condurremo attraverso sentieri storici salentini, attraverso la valle dei “millenari di Puglia” della via Traiana, vi faremo conoscere Delia, la donna di Ostuni e madre più antica del mondo, dai Dolmen e Mehnir fino al finis terrae con l’incontro dei due mari a Santa Maria di Leuca. In Salento c’è molto da scoprire e anche da raccontare camminando.

Qui tutti gli itinerari di visite e le escursioni nel Salento

Trekking per le vie del sale e grotte Cipolliane (Salento)

Trekking per le vie del sale e grotte Cipolliane (Salento)Il trekking parte dalla periferia di Corsano. Scendendo verso il mare si attraversano le “vie del sale”. Queste non sono altro che dei tratturi che collegavano la cittadina al mare. Infatti fin da epoche antiche i corsanesi erano dediti alla produzione del sale. In virtù di tale utilizzo i sentieri in questione presero il nome di Vie del Sale. Arriveremo alla marina di Novaglie per poi proseguire lungo il sentiero delle grotte Cipolliane; ripari di roccia posti a circa 30 metri a strapiombo sul livello del mare, che costituiscono un caso esemplare per lo studio del Paleolitico superiore. Concluderemo all’insenatura del Ciolo (con il celebre ponte Ciolo) che, con le sue pareti verticali forma un canyon che cela tra i suoi versanti rare bellezze naturalistiche e paesaggistiche.

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Trekking alle Spunnulate di Torre Castiglione (Salento)

escursione-spunnulate-torre-castiglioneSiamo a circa 10 Km a ovest di Porto Cesareo (Lecce). Nella zona compresa tra l’area “Palude del Conte” e località Torre Castiglione ed all’interno dell’Area Marina Protetta. Numerose doline, dette “Spunnulate”, caratterizzano il profilo geologico, botanico, faunistico e paesaggistico del territorio.

Le spunnulate, particolarità naturalistiche della Terra d’Arneo, prendono il loro nome da termine di origine dialettale “spunnare”, cioè sprofondare, che indica l’evento di origine carsica da cui esse hanno origine. Il fenomeno è legato alla fase di cedimento della volta di cavità sotterranee costituite da rocce organogene particolarmente friabili e, di conseguenza, facilmente modificabili dalla presenza di acqua ipogea, acque meteoriche ed acqua marina, visto che molte di queste grotte comunicano direttamente con il mare.

Particolarmente interessante è la variegata vegetazione, tipica della macchia mediterranea, che dà un tocco di vitalità a questo terreno roccioso : lungo i bordi superiori l’asfodelo ramosus e l’urginea maritima; lungo le pareti lecci, mirto; sul fondo la flora è igrofila e acquatica. Ciò è dovuto al particolare microclima che si instaura all’interno di esse: al riparo dai venti marini carichi di salsedine, sono alimentate dall’umidità e dall’acqua delle risorgive e, soprattutto, non subiscono l’intensa attività di pascolo e il depauperamento dovuto ad interventi ed attività umane. Importante anche l’aspetto avifaunistico del sito per la presenza, nel periodo delle migrazioni, di specie di uccelli che, nel tempo, si vanno numericamente riducendo.

L’habitat delle “spunnulate” è particolarmente delicato ed è un’importante testimonianza da salvaguardare: queste cavità hanno preservato l’originaria vegetazione locale che è invece scomparsa nell’area circostante.

Le “Spunnulate” di Torre Castiglione ci ricordano che gran parte dell’acqua dolce presente sul nostro pianeta giace sotto i nostri piedi e che la terra, che appare un solido, in realtà è una spugna: conserva all’interno delle sue viscere il suo “oro blu”, con il suo valore che non va mai fuori corso. Esse sono testimonianza di un habitat particolarmente delicato, nicchia ecologica da salvaguardare, un vero “giardino dell’Eden acquatico” del Mare Nostrum: una realtà unica per la sua alta concentrazione di biodiversità, uno scenario magico, luogo di incubazione e al tempo stesso di metamorfosi.

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Trekking a Torre Colimena ed i fenicotteri di Salina dei Monaci (Salento)

trekking-salina-monaciLa salina, detta dei Monaci perché fu gestita dai monaci benedettini di Aversa fino al 1404, si estende per circa 250.000 metri quadrati a ridosso di un tratto di dune litoranee poste a ovest di Torre Colimena.

Si tratta di una depressione, chiusa da dune verso il mare e da colline dalla parte di terra, in cui l’acqua marina in un primo tempo versata dalle mareggiate, poi incanalata in due condotti tagliati nella scogliera tufacea, fu regolata nell’afflusso da apposite chiuse di legno, i cui alloggiamenti sono ancora visibili.

L’estrazione del sale, per secoli attuata in questa salina poiché attività remunerativa, è testimoniata dalla presenza di un deposito costruito sulla rocciosa riva nord della stessa con conci ben squadrati di calcarenite (tufo). Addossata a questo stabile vi era una torre (ora ridotta a un rudere). A ovest del deposito, a pochi metri di distanza, si trova una chiesetta, dedicata alla Madonna del Carmelo, anch’essa ormai in forte stato di degrado. Benché lo spettacolo architettonico che si presenta al visitatore sia desolante, l’area circostante è particolarmente interessante dal punto di vista naturalistico, sia botanico sia faunistico. La Salina dei Monaci è stata, infatti, inclusa nei S.I.C. della “Rete Natura 2000” ed è divenuta Riserva Regionale Orientata.

In quest’habitat cresce rigogliosa la flora alofila del limo, la macchia mediterranea (soprattutto mirto, lentisco, corbezzolo, timo, erica), la gariga di tipo arbustivo e la votazione di tipo erbaceo.

In primavera garzette, cavalieri d’Italia, martin-pescatori, fenicotteri rosa e tanti altri uccelli scelgono la salina come zona di sosta dove trovare nutrimento.

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Trekking sui colli di Ostuni: Santa Maria D’Agnano e Sant’Oronzo (Alto Salento)

escursione-colli-ostuni-agnanoL’escursione ripercorre 27.000 anni di storia immerse nella natura incantata delle murge Ostunesi.

Si camminerà su e giù per i Colli di Ostuni, alla scoperta del Parco archeologico e naturalistico di Santa Maria D’Agnano, luogo dell’importantissimo ritrovamento della Madre più antica del mondo. Il suo nome è Delia, conosciuta anche come Ostuni1. E’ la più importante scoperta archeologica del Salento. Presso la grotta di Agnano sono stati rinvenuti i resti della donna del Paleolitico inumata con il bimbo in grembo all’ottavo mese, insieme reperti dell’età del bronzo e delle civiltà preclassiche iapigio messapiche.

La grotta di Agnano con la sepoltura rituale della donna paleolitica, il culto della dea Demetra in epoca messapica e infine e la riconversione in età cristiana, con un affresco cinquecentesco raffigurante la Vergine Maria, rappresenta una celebrazione dell’eterno fascino femminile dalla preistoria al XVIII secolo. Durante il trekking si visiterà anche il santuario di S. Oronzo lungo un sentiero tra ulivi secolari e querce da sughero.

Escursione cripta di San Biagio e riserva marina di Torre Guaceto (Alto Salento)

Il pezzo forte di questa escursione sarà l’attenzione al fenomeno rupestre del Brindisino che, seppure in forme meno eclatanti dal punto di vista paesaggistico rispetto alle evidenze tarantine rappresenta alcune presenze di tutto rispetto.

Un esempio ne è sono la cripta di San Biagio, vero fiore all’occhiello della Civiltà Rupestre pugliese. Dopo la visita alla chiesa rupestre una escursione a piedi lungo il Canale Reale, il più lungo solco torrentizio pugliese, attrezzato come percorso escursionistico, sino a raggiungere la riserva naturale di Torre Guaceto dove consumeremo il nostro pranzo al sacco, non prima di aver dato refrigerio alle nostre membra nelle limpide acque della riserva. Al ritorno visiteremo la masseria Baccatani e Torre Regina Giovanna.

Trekking sulla serra di Poggiardo: cripta Santi Stefani e Cave di bauxite (Salento)

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escursione-serra-poggiardo-santi-stefaniPoco distante da Poggiardo è la frazione di vaste, oggi un piccolo centro, che sorge sul luogo dell’antica Bastae, una delle più importanti città della Japigia, citata sia da Plinio che da Tolomeo.

L’area della città era delimitata dalle mura megalitiche messapiche che avevano uno sviluppo di oltre 3 km e di cui ancora oggi si vedono i resti, mentre una gran parte dei blocchi della cinta muraria fu impiegata dai contadini per costruire muri di confine e casolari, qui detti chirupi.

In prossimità della necropoli della città, dalla quale provengono numerosi reperti ora presso il museo provinciale Sigismondo Castromediano di Lecce, si trova la cripta dei Santi Stefani. La cripta, scavata nel sabbione tufaceo sovrastante il calcare detto pietra leccese, e recentemente restaurata, è a tre navate divise da tre pilastri per ogni lato.
Utilizzata nel secolo scorso come ricovero per gli attrezzi agricoli e per essiccarvi le foglie di tabacco, la cripta, interamente affrescata, mostra immagini di santi, arcangeli, della Madonna di Costantinopoli e del Cristo. Agli originari affreschi risalenti all’anno 1000, si sono poi sovrapposti tardivi rifacimenti del XIV e XV secolo.

La denominazione di Santi Stefani deriverebbe dalla doppia raffigurazione di Santo Stefano sia sul secondo pilastro destro che sinistro.

Se il territorio di Poggiardo è notevole per l’aspetto storico, non di meno lo è per quello ambientale. Vedremo infatti fossili di rudiste risalenti a circa 65.000 anni fa. In prossimità della Serra di Poggiardo, dalla quale si gode. di un panorama a 180° sui paesi limitrofi, si trovano le cave di bauxite.

Queste cave, utilizzate sino agli anni ‘50 per ricavare l’alluminio, costituiscono uno dei tanti affioramenti di terra rossa che ricoprono buona parte del territorio salentino; all’interno di questi giacimenti si trovano i noduli di bauxite, che presentano un diametro variabile da qualche millimetro a pochi centimetri. Questa cava, convertita in pineta crea un paesaggio quasi irreale per il contrasto fra il colore rossastro del suolo, quello della vegetazione e quello degli specchi d’acqua dei bacini abbandonati.

Un altro gioiello é rappresentato dalle Grotte che costituiscono un interessante sistema carsico con tre cunicoli principali e altri secondari che s’inoltrano nel sottosuolo.

Sempre in prossimità della serra si trova l’interessante bosco i Reali, mentre lungo la scarpata della serra, verso ovest, si stende la grande pineta di Marirossi.

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Trekking Porto Selvaggio e palude del capitano (Salento)

trekking porto selvaggio salentoIl Parco Naturale Regionale di Porto Selvaggio può essere scoperto attraverso un bellissimo percorso di trekking che parte dalla Torre di Santa Maria dell’Alto, si affaccia al Belvedere, con il suo panorama mozzafiato, per poi scendere alla baia, con le sue sorgenti, prima di giungere tra macchia mediterranea, grotte e scorci paesaggistici meravigliosi a Torre Uluzzo, cala aperta sullo Jonio, che spazia su Serra Cicora.

L’importanza archeologica di Serra Cicora consiste nella presenza di una frequentazione del primo neolitico a ceramica impressa. La zona ospita anche la grotta del Cavallo: la grotta ha restituito numerosi reperti legati all’Uomo di Neanderthal; nella quale sono state rinvenute le testimonianze di una cultura, l’Uluzziano.

Nella Palude del Capitano ammireremo le orchidee selvatiche, l’avifauna presente in maniera stabile quasi tutto l’anno e il fenomeno delle doline di crollo dette “spunnulate”.

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Trekking a Otranto, la porta d’oriente (Salento)

cava bauxite otranto

cava bauxite

Partiremo dal porto di Otranto da dove una breve camminata ci condurrà a Torre del Serpe, simbolo della città di Otranto per arrivare poi fino al lago rosso della cava di Bauxite, luogo unico nel suo genere, di grande bellezza naturalistica. Sembrerà di stare sul pianeta Marte con il rosso intenso del minerale che anticamente veniva estratto in questo sito.

Dopo la lunga sosta fotografica per immortalare questo luogo magico proseguiremo con un sentiero single track lungo la falesia che ci porterà fino al Faro di punta Palascìa, il punto più a Est d’Italia. Si continua a camminare verso la Masseria fortificata di Cippano, esempio emblematico di come si viveva un tempo in Salento e per finire, un bagno ristoratore nelle acque di Porto Badisco presso la Baia di Enea.

Con questa escursione naturalistico-culturale entreremo nel cuore del Salento, nella sua storia, nelle sue radici. Abitato fin dal Paleolitico, l’estremo lembo di terra su cui sorge Otranto è da sempre un crocevia di popoli e culture. La sua posizione sul punto più orientale d’Italia ha rappresentato la sua fortuna e la sua disgrazia: porto centrale del Mediterraneo, vera e propria porta da e per l’Oriente ha fatto si che vi fiorisse nel corso dei secoli una comunità meticcia e cosmopolita, ma allo stesso tempo l’ha resa facile obiettivo per incursioni e saccheggi come quello drammatico e catastrofico operato dai turchi nel 1480.

Oggi la cittadina è annoverata tra le perle turistiche nazionali grazie alla bellezza del suo borgo medievale e alla cristallinità del suo mare. Inserita tra “Uno dei Borghi più belli d’Italia” dal Touring Club Italiano.

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Trekking la Valle dell’Idro (Salento)

La Valle dell’Idro è una zona di Otranto molto suggestiva, che merita di essere visitata percorrendola con un trekking a piedi tra la vegetazione, che in questa zona è molto rigogliosa. E’ il fiume che la attraversa ad aver dato il nome all’intera zona.

L’Idro nasce da Monte S. Angelo al cui interno è presente una grotta bizantina e si estende fino al centro di Otranto. Grotta Sant’Angelo è così chiamata per la presenza di un affresco dell’Arcangelo Michele sul vestibolo dell’antro.

Lungo la valle sono presenti altre grotte di particolare interesse, al cui interno sono visibili una serie di graffiti sulle pareti che raffigurano croci latine, mani, guerrieri turchi e velieri.

Un autentico esempio del fenomeno del vivere in grotta, simile ad un vero a proprio insediamento rupestre.

La valle è circondata da aree coltivate ad alberi da frutto, ortaggi e verdure, anche grazie alla presenza di pozzi e sorgenti d’acqua dolce, esistenti già prima dell’impaludamento dei Laghi Alimini, a cui la valle è collegata.

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Escursione tra sacro e profano sulla Serra di Montevergine (Salento)

L’origine del tempio è legata all’apparizione nel 1595 della Vergine ad un pastorello, che mentre cercava un coltello smarrito tra le pietre, vide apparire una Signora che lo incitava a chiamare il parroco e gli abitanti di Palmariggi per condurli in quel luogo.

Quella che venne rinvenuta, in un contesto misto di leggende e realtà, è ciò che resta di una cripta bizantina, ormai priva degli originali arredi, all’interno della quale si intravedono tre affreschi. Il primo, il più importante, è quello di un Vergine, ritoccata, e incastonata in una cornice barocca ovale in pietra leccese. Non distante l’Arcangelo Michele, nell’atto di trafiggere il drago e una Madonna con Bambino.

Nelle immediate vicinanze del santuario, un elemento pagano mescola antiche venerazioni delle divinità della natura e del creato ad un luogo fortemente cristianizzato, un menhir, identificato dal De Giorgi, alto poco meno di 2 metri. Di dimensioni ridottesi nel tempo e reduce da numerosi abbattimenti e tentativi di rattoppo; secondo alcuni, il menhir sarebbe stato eretto lungo il tracciato di un fiume sotterraneo che scorre proprio ai piedi di Montevergine.

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Trekking tra Dolmen, Menhir e i Massi della Vecchia (Salento)

L’escursione si svolge nella campagna orientale della provincia leccese, il luogo di Puglia (e forse anche d’Italia) più ricco di monumenti megalitici preistorici. Si tratta dei Dolmen e dei Menhir, sopravvissuti al tempo e alla distruzione da parte dell’uomo.

Si camminerà nella meravigliosa campagna tra Giurdignano e Giuggianello, tra uliveti secolari, dove sono conservati dolmen e menhir. I dolmen sono monumenti sepolcrali e sacri insieme, formati da una cella funeraria, di varie grandezze, con le pareti chiusi da ortostati monolitici o giustapposti e una o più lastre di copertura. Alcuni conservano anche il dromos, il corridoio di accesso alla cella funeraria.

Si tratta dunque di tombe a camera preistoriche elitarie poiché si presume che in esse si seppellissero i capi dei villaggi, che dovevano essere anche guide spirituali. E’ probabile che in diverse epoche qualche dolmen sia stato riutilizzato come tomba da altre comunità, anche deponendo più spoglie. Alcuni canali di scolo sulle lastre di copertura dei dolmen hanno fatto ipotizzare che si trattasse di are sacre, dunque luoghi dove si svolgevano cerimonie.

I menhir invece, o pietrefitte, sono megaliti monolitici di dimensioni varie, di forma squadrata, alti anche fino a circa cinque metri. Anche sulla loro funzione non ci sono certezze, tuttavia poiché generalmente le fecce larghe del manufatto hanno orientamento est-ovest, per questo sempre illuminate dal sole, si è ipotizzato che fossero simulacri dedicati al culto del Sole. Essi possono anche avere una simbologia fallica, dunque simulacri litici dedicati al culto della Madre Terra, intorno ai quali si svolgevano rituali per la fertilità.

Rimanendo nell’ambito dei megaliti si visiteranno anche I Massi della Vecchia, grandi pietre concentrate su un vasto pianoro, dalle forme più svariate che ne hanno ispirato i nomi, come Furticiddhu te la Vecchia te lu nanni, Lu Lettu te la Vecchia e Il Piede di Ercole. Si tratta di forme erosive o di megaliti con funzioni sacre come i dolmen e i menhir? La prima ipotesi certamente è riscontrabile, la seconda, più affascinante, non è proprio azzardata se si considera il contesto culturale in cui si trovano.

Non distante da quest’area si visiterà la grotta sacra di San Giovanni, luogo assai mistico come I Massi della Vecchia e anche carico di storia. La Cripta è sempre stata meta di devoti del Battista soprattutto il 24 giugno, festa del Santo, quando con rituali intrisi ancora di paganesimo, si festeggiava san Giovanni e si celebrava l’arrivo dell’estate con riti propiziatori per la raccolta delle messi e con l’immancabile presenza dei falò purificatori.

Altra meta del trekking è la Cripta di San Salvatore, una delle massime espressioni dell’architettura e dell’ arte rupestre bizantina. La chiesa rupestre al suo interno è trinavata con quattro pilastri cruciformi che definiscono nove campate terminanti con tre absidi. Presente anche un sorta di cancello litico divisorio tra il naos e il bema.

Sopravvivono pochi affreschi tra cui una Madonna con Bambino, due Arcangeli, tre Apostoli, forse i committenti e l’immagine di un vescovo bizantino. Attira molto la variegata decorazione della volta, a cassettoni, a croce greca, con quattro crociere a vela e un rimando a una scala, simbolica rappresentazione della salita verso la salvezza spirituale.

Camminando si visiterà il Trappeto ipogeo del Duca di Giurdignano, appartenuto alla famiglia ducale Alfarano Capece, uno dei più interessanti esempi di archeologia industriale dedicata all’olio, che ha cessato di funzionare nel 1940.

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Trekking nel Parco delle Dune Costiere: il villaggio rupestre di Lamacornola (Alto Salento)

escursione nell'ostuneseQuesto trekking ci vedrà percorrere un bel sentiero nel Parco Naturale Regionale delle Dune Costiere di Torre Canne e Torre San Leonardo e conoscere cos’è una lama e come anticamente gli uomini vivevano nelle grotte. La lama di per sé può considerarsi un ecosistema, ma al suo interno possono trovarsi più ambienti in base ai diversi microclimi.

Ne consegue che in una lama si rinviene una grande varietà di forme di vita sia animali che vegetali. Proprio per questo le lame rappresentano un elemento fondamentale del sistema ambientale del Parco Naturale delle Dune Costiere per il loro ruolo di “corridoi ecologici”.

Sui bordi di Lamacornola, prevale una vegetazione a gariga costituita da timo e santoreggia, sugli spalti della lama troviamo una vegetazione rupicola tra cui domina il cappero, all’interno delle grotte è presente la capelvenere comune, verso il fondo una fitta macchia mediterranea è frammista ad olivastri, carrubi, perastri e biancospini.

La vicinanza di Lamacornola alla via Traiana, importante arteria di traffico privilegiata dai Romani per i loro commerci con l’Oriente, favorì lo sviluppo economico e lo sfruttamento agricolo della zona. I pericoli di saccheggio ai quali furono esposti i centri abitati durante le invasioni barbariche (V-VI secolo d.C.), furono superati con gli insediamenti in grotta, che la natura impervia dei luoghi difendeva, mentre la fitta vegetazione ne occultava gli accessi.

Le numerose grotte lungo le pareti rocciose della lama, costituiscono un insediamento rupestre risalente all’età medioevale: sono circa trenta le grotte individuate a Lamacornola aventi una pluralità di usi, abitativo, lavorativo e ricovero per animali. Molte dispongono di un focolare con piano per la cottura, alcove e giacigli per la notte, cisterne per la raccolta delle acque piovane, frantoi, spazi delimitati da muri a secco per il ricovero delle greggi,
stalle, locali per la caseificazione.

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Trekking ai laghi Alimini (Salento)

escursione-laghi-alimini-otranto-trekking-salentoQuesta escursione ci porta a conoscere più da vicino i laghi Alimini, dei bacini lacustri poco conosciuti in Italia, e pure molto importanti per la loro estensione, per la loro posizione topografica, per la loro genesi e per l’industria della pesca che vi si pratica. Si trovano a breve distanza dall’Adriatico e dalla città di Otranto.

Il bacino più settentrionale è denominato Alimini Grande per la sua maggiore estensione, quello meridionale Alimini Piccolo o più comunemente Fontanelle. Alimini Piccolo è di origine carsica, mentre sembra probabile che la formazione del bacino più grande derivi dall’azione del mare che portò alla dissoluzione della sottile fascia di terra compresa tra Alimini Grande ed il mare stesso.

I due bacini sono disposti nel loro asse longitudinale nella direzione del meridiano con leggera inclinazione verso ponente e quest’asse corre quasi parallelo alla costa marina.

I laghi comunicano fra loro per mezzo di un canale naturale detto “lu Strittu”, lungo circa 1300 metri e largo circa 10 metri, dove passava la via romana “Traiana”, prolungamento della “Appia” che si fermava a Brindisi.

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Trekking lungo la via dei Pellegrini (Salento)

Una bellissima escursione storico-culturale che ci permetterà di ripercorrere la via che anticamente i pellegrini percorrevano per recarsi al santuario di Santa Maria di Leuca (de Finibus Terrae) per poi imbarcarsi per la Terra Santa.

trekkeng-via-dei-pellegrini-salento-escursioniPartiremo dal piccolo paesino di Morciano di Leuca, dove visiteremo un antico trappeto, posto su due livelli, dove potremo apprendere come veniva un tempo prodotto l’olio d’oliva, prodotto d’eccellenza della nostra Regione.

Seguiremo poi verso la chiesetta della Madonna di Costantinopoli, unica nel suo genere, dove vi è custodita una raffigurazione della Madonna su un menhir. Ci immergeremo nella campagna, per poi arrivare a Barbarano del Capo, famoso per le sue “Vore” e per le 10P.

Qui visiteremo anche il cosiddetto “Complesso di Leuca Piccola”, dove i pellegrini trovavano ricovero ed ospitalità. Proseguiremo in direzione di Giuliano, giungendo alla chiesetta attribuita a San Pietro, di passaggio da questi luoghi, per poi giungere a Patù con la famosissima chiesa di San Giovanni alle Cento Pietre, costruita con i resti della antica città messapica di Vereto.

Ultimo tratto di cammino per giungere, come gli antichi pellegrini, alla monumentale fontana dell’Acquedotto Pugliese che ci condurrà fino al santuario di Leuca, anticamente dedicato alla Dea Minerva.

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Trekking alla gravina di Riggio e cave di Fantiano: l’unica cascata in Puglia! (Alto Salento)

escursione-gravina-riggio-puglia-trekking-guidatoLa gravina di Riggio è uno scrigno naturale di inestimabile ricchezza e valore, per la quantità e la varietà delle specie vegetali ed animali ospitate, oltre che per la ammaliante bellezza delle grotte che la puntellano, poste su più livelli.

Una delle particolarità forse più affascinanti della gravina di Riggio è la presenza dell’unica cascata naturale presente in Puglia, visibile solo in alcuni periodi dell’anno poiché alimentata dalle acque piovane. Dopo un salto di circa 15 metri alimenta il cosiddetto “caggione”, un fossato sottostante che è servito a lungo come riserva d’acqua nei secoli in cui il villaggio rupestre era abitato dai monaci. Il caggione a sua volta alimenta un ruscello che rende la gravina un luogo umido con un pregievole ecosistema.

Nel nostro percorso visteremo inoltre la dismessa cava di fantiano, oggi spettacolare contenitore di eventi. Infine concluderemo la giornata con la visita di una delle più antiche botteghe di ceramica dove il maestro figulino ci farà da Cicerone, mostrandoci la chiesa rupestre che si trova al suo interno ed un giardino pensile.

Trekking gravina di Laterza: OASI LIPU (Arco Ionico)

escursione-trekking-puglia-gravina-laterzaLa Gravina di Laterza è uno tra i più grandi canyons d’Europa. E’ l’espressione più imponente di un particolare territorio noto come Gravine dell’Arco Jonico, che si estende da Ginosa a Grottaglie. Decine sono le gravine disposte a ventaglio intorno al golfo di Taranto, ciascuna diversa per dimensione e morfologia.

Intorno e dentro di esse si è sviluppata in millenni di storia una civiltà rupestre che ha lasciato tracce evidenti nella cultura, nella storia, nell’ arte e, soprattutto, in una concezione della vita a stretto contatto con la natura. La Gravina di Laterza ha un originale decorso meandriforme che si sviluppa per 12Km di lunghezza e circa 400 metri di larghezza, tra muraglioni di roccia consumati dall’ erosione e lisci pareti di calcare biancastro alte anche più di 200 metri, disseminate di innumerevoli cavità e cenge sospese nel vuoto.

Dal punto di vista naturalistico la Gravina è simile ad “un’ isola” dove diverse specie vegetali ed animali di grande interesse sono rimaste isolate dall’ originario contesto ambientale che, soprattutto per motivi antropici, è mutato radicalmente negli ultimi secoli. Dal 1996 la Gravina di Laterza ospita l’oasi della LIPU.

Trekking alla gravina di Palagianello (Arco Ionico)

gravina-palagianello-escursione-guidata-trekking-pugliaLa gravina di Palagianello costeggia il centro storico che risente in parte delle sinuosità naturali, infatti la rigidità delle maglie viarie disegnano il quadrilatero rinascimentale dell’antico Casale, con all’interno la chiesa e il castello, al quale si accede per mezzo di un’antica porta voltata.

Proseguendo per via Antico Santuario, fortemente antropizzato, si mostra la verdeggiante gravina e la pineta di pini mesogeni endemici dello spalto ovest. Case grotte e chiese rupestri accompagnano il viaggio. Dopo la Cappella intitolata alla Madonna delle Grazie, patrona di Palagianello, incamminandosi in un sentiero, si giunge alla chiesa rupestre di S. Gerolamo, conosciuta come la più bella del territorio.

L’itinerario prosegue in discesa lungo il fianco della gravina per mezzo di percorsi attrezzati, muretti a secco, scale naturali. E’ possibile ammirare la rigogliosa flora e fauna presente, in particolare si segnalano diverse specie di orchidee, oltre alle tipiche formazioni di Euphorbia dendroides.

Da ammirare, prima di raggiungere la chiesa rupestre di Santa Lucia, posta nella pendice orientale della gravina, il villaggio “trogloditico”.

Trekking alla gravina di Castellaneta (Arco Ionico)

Un percorso molto entusiasmante, ricco di storia e di interesse naturalistico. Cammineremo nella Gravina Grande dove risulta profonda nel suo punto massimo 145 m e larga circa 300 m con pareti molto ripide, quasi verticali.

Raggiungeremo il ponte di Santa Lucia, costruito nell’era fascista, oggi interessato da un grandioso progetto di pista ciclopedonale da realizzare su una linea ferroviaria dismessa. Visiteremo la cripta di santa Lucia, gli insediamenti rupestri dove all’interno tutt’oggi sono rimaste intatte le cisterne che raccoglievano l’acqua piovana. Tra il volo di uccelli, che dimorano in questi luoghi, percorreremo sentieri e mulattiere fino a raggiungere il fondo della gravina dove il torrente di acqua piovana in questi periodi da vita a laghetti e piccole cascate.

Ripresa la salita, attraverseremo le lame, costeggiando jazzi e muri a secco fino a raggiungere la Gravina di Santo Stefano, una luogo mistico per la presenza della cripta di Santo Stefano che da il nome all’intera gravina e del maestoso insediamento rupestre.

Posta a circa 400 mt a sud, percorrendo scalinate scavate nella pietra carsica tornate a splendere, scenderemo nella gravina più impervia fino a ritrovare la cripta di San Michele Arcangelo che da alcuni studiosi definita per la sua posizione un santuario.

Trekking alla serra di Supersano e Cripta della Coelimanna (Salento)

Il percorso si snoda nell’Oasi Naturale della Serra di Supersano-Ruffano, tra i relitti del Bosco Belvedere, in un habitat caratterizzato da grande varietà di flora, tra cui il cosiddetto albero della manna, in una zona di antichissima frequentazione antropica.

Itinerario in uno dei luoghi più suggestivi del Capo di Leuca, con camminamento che raggiunge il massimo effetto panoramico con l’affaccio sulla vallata dal balcone della solitaria Chiesetta della Madonna della Serra.

Interessantissima la grotta rupestre affrescata dedicata alla Madonna di Coelimanna. Antiche pajare e caratteristici muretti a secco a delimitare i campi e una via Crucis incastonata in uno splendido sentiero naturalistico-collinare.

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Trekking nel Bosco delle Pianelle (Valle d’Itria – Alto Salento)

La Riserva naturale regionale orientata Bosco delle Pianelle è un bosco esteso per seicento ettari di proprietà del comune di Martina Franca in Provincia di Taranto. Questo bosco occupa buona parte del gradino murgiano sino a Monte Fellone e Specchia Tarantina, oltre i bivi di Villa Castelli, Crispiano e di Mottola, digrada rapidamente verso la piana di Massafra. All’interno della riserva è presente l’ albero “del Capitano” una grande quercia che, in epoca di brigantaggio, fungeva da punto di ritrovo per le numerose bande di briganti, molto presenti in zona in quanto protetti da grotte ed anfratti.

Da un punto di vista paesaggistico di grande importanza è il Monte Pianelle dal quale è possibile dominare gran parte dello Jonio e per questo è usato dai radar dell’Aeronautica Militare. Un’altra importante meta è la Gravina del Vuolo che da un punto di vista geologico ha conservato la sua integrità naturalistica in quanto difficilmente accessibile alle manomissioni antropiche. In essa potremo ammirare la Grotta del Sergente Romano.

Trekking Abbazia di Cerrate: tra Monaci e Monacelli (Salento)

trekking-abbazia-cerrate-salento-escursioniQuesto itinerario, sospeso tra terra e mare, parte dall’abbazia di S. Maria a Cerrate, tra i luoghi del cuore FAI. Attraversa i terreni coltivati mille anni fa dai monaci e alcuni degli uliveti più antichi della provincia. Un piccolo bosco di querce appare pochi passi dopo la partenza sorprendendo con la sua bellezza e la sua sacralità animistica. Ci poniamo una domanda: è un caso la presenza di ordini religiosi nei pressi dell’antica foresta di Lecce o il loro incessante lavoro di dissodamento fu un tentativo di esorcizzare l’idolatria e atavici culti pagani che risiedevano nei boschi sacri come questo che stiamo attraversando?

Lungo sentieri e tratturi, tra ciuffi di timo profumato e cisti colorati raggiungiamo le candite spiagge dell’adriatico. Facciamo qualche passo a ridosso delle dune, tra l’onda e la risacca, per poi muoverci verso l’interno. Sulla strada che ci riporta a Cerrate percorriamo carraie, incontriamo masserie, un grande frantoio ipogeo e, giunti alla conclusione, cogliamo l’occasione per visitare il museo della civiltà contadina ospitato all’interno degli spazi dell’abbazia.

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Trekking nel Parco di Punta Pizzo (Salento)

Il trekking di oggi ci vedrà attraversare il Parco Naturale Regionale Litorale di Punta Pizzo e isola di Sant’Andrea, in territorio di Gallipoli, lungo la costa ionica del Salento.

Il litorale di Punta Pizzo comprende ambienti peculiari, composti da macchia mediterranea, pseudo-steppe mediterranee ed ambienti umidi e acquitrinosi. Molto ricco il patrimonio vegetale con piante di corbezzolo, erica arborea, ginestra spinosa, mirto, lentisco, asparago spinoso, rosmarino e timo.

Salendo poi nel punto più alto del parco si può ammirare la torre borbonica eretta a difesa delle coste salentine e godere del panorama mozzafiato sulla baia di Gallipoli.

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Trekking “la costa a nord di Otranto”: dalla poesia alla Baia dei Turchi (Salento)

trekking-escursione-otranto-nord-poesia-baia-turchiPartenza del trekking da Roca Vecchia, importante insediamento messapico e sito della Grotta della Poesia, classificata da National Geographic tra le 5 piscine naturali più belle d’Italia. Il sentiero ci vedrà camminare fino a Torre dell’Orso, che prende il nome dalla torre raffigurante il profilo di un orso con il muso e le orecchie anche se l’erosione ha, nel corso degli anni, modificato tale sembianza ma è tuttora ben visibile.

Andando avanti lungo il litorale si incontrano due rocce che emergono dal mare, vicine e simili, dette Le Due Sorelle poiché secondo la leggenda rappresenterebbero due sorelle annegate in quel punto e gli dei, mossi a compassione, le avrebbero trasformate nei due monoliti.

La camminata ci porterà fino a Torre sant’Andrea dove ammireremo una delle bellezze della costa adriatica salentina: i faraglioni di Torre Sant’Andrea. Dopo la doverosa sosta fotografica continueremo a camminare lungo un sentiero che va lungo la costa, su fondo in terra battuta e tra gli odori della macchia mediterranea. Noteremo cavità, grotte, piccole insenature. Cammineremo fino alla pineta di Frassanito che arriva all’oasi protetta dei laghi Alimini. Lambiremo Alimini grande e continueremo il nostro cammino attraverso la Baia dei Turchi.

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Trekking lungo i bacini di Ugento (Salento)

dove-fare-escursioni-trekking-bacini-ugento-salento-pugliaTrekking nel Parco Naturale Regionale Litorale di Ugento, luogo tra i più incantevoli del territorio salentino che comprende zone umide, pineta, macchia mediterranea, dune costiere ricoperte di rosmarino aromatico e sabbia dorata.

Il percorso ci porterà a conoscere questi ambienti così diversificati tra loro. A cominciare dalle gravinelle (si tratta di canali di origine carsica che si sono formati nei secoli con l’erosione da pioggia della roccia calcarea) per continuare fino alla “Specchia del Corno” (un enorme insieme di pietre bianche che prendono nell’insieme la forma di un cono). Essa non è altro che una postazione interna di vedetta contro i turchi, assolvendo la stessa funzione delle torri costiere. Sulla sua cima, infatti, si può vedere un ampio panorama che ricomprende tutto il territorio dei dintorni fino al mare.

Continueremo verso la zona umida, dove si trova lo stagno di Rottacapozza popolato da molti animaletti come folaghe e libellule che svolazzano in ampi canneti cresciuti tutto attorno ad esso. Infine arriveremo fino alla costa dove, tempo permettendo, potremo godere delle acque cristalline di questo meraviglioso tratto di mare.

Al termine dell’escursione visita dell’interessantissimo Museo Archeologico attraverso il quale potremo conoscere più approfonditamente l’antica storia di questa terra con importanti rinvenimenti del periodo messapico (VII – III sec. a.C.) e la visita di una chiesa bizantina.

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