La Via Micaelica lungo il cammino dell’angelo da Roma a Monte Sant’Angelo


La Via Micaelica lungo il cammino dell’angelo

A piedi da Roma a Monte Sant’Angelo parte 3

Il giorno seguente affronto la dura salita verso Norma e Sermoneta con Ewa e Tadek. Disfrutto appieno della loro compagnia donandoci momenti di sincera amicizia sapendo che domani non sarà più così. Già, perché loro dovranno rientrare in Polonia. Il loro cammino finisce lì. L’amicizia, l’amore dovrebbero essere questo. Tra anime libere, si sa che è così. Incontrarsi, godere dell’attimo in cui la vita ti ha unito a una persona senza attaccamento, così che quando sarai nuovamente solo potrai, senza nostalgie, continuare per la tua strada.

La mattina seguente mi sveglio, guardo dalla finestra dell’ostello il cielo e … incredibile quello che vedo davanti a me! Era già luce, ma la luna brillava ancora alta nel cielo. Che emozione! Mai visto niente di simile. Che meraviglioso risveglio. Quanti piccoli regali.  Appena 5min. dopo non era già più così. Ed io continuo a rendermi conto di quanto la magia della vita sia fatta di piccoli istanti e di come tutto possa cambiare da un momento all’altro. E così saluto nel cuore i miei compagni di cammino appena conosciuti e riprendo a farmi strada da sola, ma sapendo che, in fondo, sola non sono mai. Sento sempre quelle ali d’angelo che vegliano sui miei passi. Splende il sole, macino tanti km attraversando Sezze, poi Priverno, prima di arrivare su uno sterrato a lato di un fiume. Sono le 16 e la stanchezza si fa un po’ sentire. Ne approfitto per una breve pausa per far prendere un po’ d’aria ai

La Via Micaelica lungo il cammino dell'angelo da Roma a Monte Sant'Angelo

piedi e per ascoltare il suono delle placide acque che fluiscono naturalmente accanto a me, circondata dal cinguettio degli uccelli. Un momento di pura pace, di una bellezza autentica. Mi faccio coraggio a lasciare questo splendido angolo di paradiso per seguire alla volta dell’abbazia di Fossanova, dove ho intenzione di sostare stanotte, sperando che il parroco mi dia ospitalità. Cammino ancora in compagnia delle acque, scorgendo qualche arnia posizionata dove le api possono facilmente nutrirsi in mezzo a tutto questo verde. Poco dopo, si apre la vista ed eccola lì, splendida e maestosa, già la vedo da lontano; con la sua cupola svettante e imponente: l’abbazia di Fossanova. Bella, bellissima. Arrivo giusto in tempo per la messa. Il Vangelo del giorno recita “Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo? Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, che giova? Così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa”. Dopo la celebrazione raggiungo il sacerdote in sacrestia per avere il timbro sulla credenziale e chiedo lui ospitalità per la notte. La risposta che ricevo è che “L’abbazia appartiene alla sovraintendenza, io non posso prendermi responsabilità”. Accettando il rifiuto, senza fare storie, vado a montare la mia tenda nel giardino antistante la chiesa, in un posto un po’ riparato. Non ho fatto la doccia, non posso ricaricare le pile del gps. Spero che domani reggano. Mi metto nel sacco a riposare ma non chiudo occhio per tutta la notte. Il vento è così forte che sbatte in continuazione il telo esterno della tenda.

Per leggere il racconto della prima parte: La Via Micaelica parte1

Per leggere il diario della seconda parte: La Via Micaelica parte2

Per continuare a leggere il racconto invece vai su: La Via Micaelica parte4